U2, riflessione
14 dicembre 2006
Lo so, sembra quasi che parli solo degli U2; ma per ora, non avendo niente di meglio di cui parlare parlo di loro. E lo faccio facendo riferimento ad un articolo pubblicato su XL di Repubblica trovato su U2.com. Il titolo è "U2, ieri filosofi, oggi filantropi", e si riferisce alla trasformazione del gruppo irlandese dagli inizi degli anni ottanta ad oggi. Concordo in pieno con l'autore dell'articolo (Riccardo Bertoncelli) quando dice che "c'è una spada che separa di netto la storia degli U2: da un lato gli anni della rincorsa, dell'ingenua passione, della voglia di conquistare il mondo con "three chords and the truth", dall'altra la stagione della rendita, seduti in cima alla montagna rock, a calcolare ogni mossa. Abbasso la nostalgia, certo, ma chi ci darà più le emozioni dell'84-87, quando il rock per l'ennesima volta collassato risorgeva per merito di quei ragazzi straboccanti di energia, che mettevano tutto di sé nelle loro canzoni tirandosi dietro una generazione intera?" Non me ne voglia l'autore dell'articolo, ma voglio fare mie le sua parole. Lasciando stare tutto quello che Bono e soci fanno e che non c'entra niente con la musica, il best of 80-90 vale 10 volte quello 90-2000, e how to dismantle an atomic bomb sicuramente ha reso meno delle aspettative. E' vero, dal novanta a d oggi gli u2 hanno sfornato bellissime canzoni, prima fra tutte One (ma anche Stuck in a moment you can't get out of it, Stay, Miss Sarajevo, Walk on, e qualche altra che in questo momento non mi viene in mente), ma è anche vero che cd belli come The Joshua Tree (1987), Boy (1980), o anche War (1983) gli U2 non li faranno più. Dal 1990 ad oggi l'unico cd da ricordare veramente è stato Achtung Baby del 1991 e tante speranze di trovarne un'altro con la carica dei giovani U2 non ne ho.
P.S. Oggi ho letto anche che probabilmente entro la fine del prossimo anno uscirà il nuovo cd della band irlandese. Speriamo in bene.
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posted by Ajeje87 @ 20:54,