Pacs o matrimoni?
24 aprile 2006
Questo post è scritto in risposta di un post di abele, che aveva a sua volta risposto ad un mio commento su un suo ancora precedente post. Cmq, il tema dibattuto è l aquestione dei Pacs. Credo sia bene precisare che io appartengo ad un'area più radicale della sinistra, mentre lui, a quanto posso intuire (spero di non sbagliarmi) ad un'area più moderata. Cmq, torniamo alla questione. Il problema alla base della discussione è la mia richiesta sulla motivazione per cui i Pacs non dovessero essere chiamati matrimoni. Secondo me non esiste nessun motivo reale che impedisca a due omosesuali di contrarre matrimonio. A mio modesto parere una loro unione si potrebbe chiamare anche arancia, o mela, o con qualsiasi altro nome che vi passi per la testa. L'importante è che si riconoscano loro alcuni diritti che ingiustamente non hanno. A cominciare dai diritti civili come l'assistenza sanitaria o la pensione. Inoltre, secondo me la questione è da basarsi sul piano di, non vorrei dire razzismo che è una parola un po forte, una paura immotivata verso chi non è come noi. Magari non tu, abele, ma a mio avviso c'è anche questa componente a favorire l'avversione ai matrimoni omosessuali. Un'altra questione è la laicità dello stato. Lo stato, in quanto tale è tenuto, nel rispetto della maggioranza, di tutelare tutte le minoranze presenti all'interno del territorio nazionale. Non penso sia una mancanza di rispetto nei confronti di un cattolico fare sposare due gay. La famiglia non si indebolisce. Assolutamente. Anzi, secondo me il concetto di famiglia può solo rafforzarsi. Quindi lo stato ha il dovere di regolamentare alcuni diritti che a questi cittadini spettano di diritto come in ogni stato che si rispetti. Purtroppo vedo in giro moltissimi segnali che non mi fanno ben sperare in un immediato riconoscimento dei matrimoni gay. Innanzitutto il reazionismo del popolo, che, tendenzialmente, come dice Follini (una delle poche persone che stimo a destra), è portato ad avere idee di destra e conservatrici dell'ordine esistente. Insomma, non si vedono di buon occhio i vari cambiamenti che anche bene potrebbero portare alla nostra società. Un altro fattore che non mi fa ben sperare è Ruini e la Chiesa che, sfruttando l'appena accennata tendenza dell apopolazione, cercano di mantenere ben saldo il potere anche con battaglie che non hanno niente di sensato e che non li dovrebbero neanche interessare. Non sono fiducioso, ma spero si possa andare verso una società migliore di quella che abbiamo.
Etichette: Cose di Chiesa
posted by Ajeje87 @ 14:06,
1 Comments:
- At 11:45, said...
-
Sono d'accordo con te.
Come ho cercato di argomentare anch'io nei commenti al post di abele che tu citi, a mio parere questa è una questione che investe pienamente il concetto di laicità dello stato.
Uno stato laico non può esimersi dal riconoscere diritti individuali quali i Pacs e i matrimoni gay, a prescindere, e al limite, anche in contrasto con una visione morale di parte quale è quella cattolica.
Uno stato laico non può e non deve privilegiare un gruppo o un altro, ma riconoscere diritti validi per tutti i cittadini a prescindere dal credo religioso, dalle posizioni politiche ed etiche di ognuno di essi.
Ciao