Site Network: Personal |

 

sulla scia dell'opera leopardiana, tratterò tutto ciò che mi passerà per la testa:politica, musica, cinema,ecc. tutto in completa libertà



Primo Levi - La tregua

Nella salita verso il confine italiano il treno, più stanco di noi, si strappò in due come una fune troppo tesa: vi furono diversi feriti, e questa fu l'ultima avventura. A notte fatta passammo il Brennero, che avevamo varcato verso l'esilio venti mesi prima: i compagni provati, in allegro tumulto; Leonardo ed io, in un silenzio gremito di memoria. Di seicentocinquanta, quanti eravamo partiti, ritornavamo in tre. E quanto avevamo perduto, in quei venti mesi? Che cosa avremmo ritrovato a casa? Quanto di noi stessi era statpo eroso, spento? Ritornavamo più ricchi o più poveri, più forti o più vuoti? Non lo sapevamo: ma sapevamo che sulle soglie delle nostre case, per il bene o per il male, ci attendeva una prova, e la anticipavamo con timore. Sentivamo fluirci per le vene, insieme col sangue estenuato, il veleno di Aushwitz: dove avremmo attinto la forza di riprendere a vivere, per abbattere le barriere, le siepi che nascono spontanee durante le assenze, intorno ad ogni casa deserta, ad ogni covile vuoto? Presto, domani stesso, avremmo dovuto dare battaglia, contro nemici ancora ignoti, dentro e fuori di noi. con quali armi, con quali energie, con quale volontà? Ci sentivamo oppressi di secoli, oppressi da un anno di ricordi feroci, svuotati e inermi. I mesi or ora trascorsi, pur duri, di vagabondaggio ai margini della civiltà, ci apparivano adesso come una tregua, una parentesi di illimitata disponibilità, un dono provvidenziale ma irripetibile del destino.

Primo Levi - La tregua

Etichette:

posted by Ajeje87 @ 22:50,

2 Comments:

At 07:27, Anonymous Anonimo said...

Bellissimo libro! Anche il film che uscì era accettabile. Diffondere ottimi romanzi è sicuramente un buon modo di fare cultura! :-)

 
At 22:15, Blogger molay said...

quanti ricordi quel libro...

 

Posta un commento

<< Home