Il Relativismo, lo spauracchio di Ratzinger
08 ottobre 2006
Ormai lo sappiamo un po' tutti: quando il papa tetesco parla non si stanca mai dal metterci in guardia dal relativismo. Relativismo di qua, relativismo di la. Non passa domenica che non dica almeno una volta che la società moderna sta andando verso una deriva relativista o qualche affermazione del genere.
Ma cos'è questo relativismo che ratzinger tanto teme? E' una posizione filosofica i cui rappresentanti sostengono che una verità assoluta o non esista, o non sia conoscibile o esprimibile, o che sia esprimibile o conoscibile solo parzialmente. L'esponente più importante del relativismo moderno, Wittgenstein, afferma che, poichè tutto viene filtrato dalle percezioni umane, limitate e imperfette, per forza di cose ogni conoscenza è relativa alle esperienze sensibili per l'uomo (da wikipedia). Aggiungiamo anche che, in particolare, riferendoci al relativismo etico e culturale di cui parla Ratzinger, considerato il carattere universale della cultura e la specificità di ogni ambito culturale, ogni società è unica e diversa da tutte le altre, mentre i costumi hanno sempre una giustificazione nel loro contesto specifico. Quindi, facendone un sunto, si deduce che il relativismo non accetta verità precostruite a causa del carattere "umano" e "storico" della conoscenza. Se noi prendiamo, così, per fare un esempio, la religione, ci accorgiamo, dal punto di vista relativista, che è una verità fin troppo fallace per essere accettata per vera. Se noi consideriamo il carattere "umano" della religione troppi aspetti della stessa cadono sotto i colpi del relatismo: non sono certo io a dire che le religioni nascono dalla necessità dell'uomo di trovare un senso al mondo, di dare risposte che il mondo empirico e materiale non sa dare. Sotto l'aspetto storico, prendendo in considerazione la religione cattolica, essa è ancora più fallace. Troppi aspetti dottrinali sono cambiati nella storia ad opera di papi infallibili. Come si fa a dar per certe alcune cose, decise centinaia di anni fa, da uomini che di infallibile avevano ben poco e che affermavano di essere ispirati direttamente da Dio nelle loro decisioni? Mi sembra che nessuno più credi che il faraone egizio fosse un dio in terra, chissà perchè ancora si crede in ciò che ho appena detto che è solamente una versione più ammorbidita rispetto a quella egiziana.
Alla fine di questa mia analisi mi sento di dire che il relativismo è un atteggiamento; il non fermarsi davanti a verità precostruite ma indagarle e capire se veramente meritano di essere credute o meno. Naturalmente il più delle volte, un atteggiamento di indagine nei confronti della religione porta a mostrare tutte le falle della stessa, e Ratginger, per tenerle nascoste al meglio, si ostina a criticare noi relativisti, affermando anche che religione e ragione camminano di pari passo. A mio avviso religione e ragione se non sono agli antipodi poco ci manca e accostarle meriterebbe il rogo di una Santa Inquisizione Relativista, ma siamo in regime libertario e allora facciamo dire a Ratzinger ciò che vuole. L'importante è però che dalla parte del torto ci siamo noi relativisti, i nuovi demoni della società moderna, gli spauracchi di papa Ratzinger
Etichette: Cose di Chiesa
posted by Ajeje87 @ 21:04,
4 Comments:
- At 15:52, Ajeje87 said...
-
perchè consumista?
- At 17:02, said...
-
Bel post. Ci stavo pensando stamane al lavoro.
Tempo fa mi venne in mente che l'esatto opposto di Relativismo è Integralismo (o per peggiorare ancora, Fondamentalismo). Tipico di tutte le religioni monoteistiche.
Prima di andare a guardare in casa degli altri (vedi Islam), sarebbe il caso di guardare ai nostri, di fondamentalismi/integralismi.
Un saluto assolutista - At 18:20, said...
-
Ajeje, sei uno sporco edonista! :P
- At 15:46, Ajeje87 said...
-
grazie