Eutanasia: è ora di parlarne
23 settembre 2006
Sono in tanti a ritenere l'eutanasia qualcosa di abominevole, qualcosa che va contro la natura dell'uomo stesso. Si dice Dio ti ha dato la vita, solo lui può anche togliertela. Ma chi questo Dio non ce l'ha? E' il caso di Piergiorgio Welby, malato di distrofia muscolare, condannato ad una vita totalmente artificiale. E' lui che per ultimo, in ordine di tempo ha portato alla ribalta uno dei problemi etici più dibattuti dell'ultimo periodo.
Sappiamo tutti cos'è l'eutanasia: portare alla morte un uomo in modo da evitargli il dolore negli ultimi momenti di vita. Io sono fondamentalmente favorevole all'eutanasia, naturalmente severamente regolata. Ognuno di noi è padrone di se stesso, della vita come della morte. Se io, malato terminale, che subisce accanimento terapeutico, voglio la morte e lucidamente lo chiedo, cosa c'è che eticamente può impedirmi di morire? Dio per me non esiste, non è lui il padrone della mia vita. E anche se lo fosse, sicuramente non guadagnerò la vita eterna in punto di morte naturale grazie a qualche prete caritatevole. Non è Dio ad essere in possesso delle nostre vite, ma coloro che lo credono.
Mi hanno profondamente toccato le parole di Welby perchè credo che colgano il nocciolo della questione anche facendo riferimento alle parole di chi è notoriamente contrario all'eutanasia: Papa Ratzinger.
"Occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale". Ebbene, replica allora la voce metallica di Welby, "che cosa c'è di 'naturale' in una sala di rianimazione? Che cosa c' è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c' è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l' aria nei polmoni? Che cosa c' è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l' ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente 'biologica', io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico".
Approvo in pieno e spero tanto che prima o poi qualcuno si degni di rispondere a queste specifiche domande. Troppo spesso si parla in generale perdendo di vista ciò che realmente ci circonda.
Ma voglio anche aggiungere: Il cristianesimo dice: "Ama il prossimo tuo come te stesso". E' amore lasciare un uomo al suo destino di sofferenza? Non mi sembra amore fare in modo che queste sofferenze continuino, accanirsi e ostinarsi a non capire le contraddizioni che ci sono tra le basi del pensiero cristiano e ciò che poi si predica nelle piazze. Mi direte: "sono interpretazioni delle parole sacre". Benissimo, ma perchè lui deve continuarea soffrire per delle "interpretazioni"?
Nel cristianesimo si parla tanto di amore per la vita. Appunto per il grande amore per la vita si soffre ancora di più per una vita che non può essere definita tale. Si parla tanto di dignità della vita. Ma che dignità c'è in una vita vegetativa quasi esclusivamente artificiale?
Un ultimo appunto: Ma perchè cazzo dobbiamo essere noi a decidere della vita degli altri?
Etichette: Politica
posted by Ajeje87 @ 00:14,
3 Comments:
- At 14:03, said...
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Io vorrei morire se stessi male. Mi è successo una volta. E' vero, sono sopravvissuta ma non ne potevo più. E con il senno di poi, so che il "possibile futuro" non può e non deve giustificare il DOLORE
- At 21:57, Ajeje87 said...
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se volete trovare qualcos'altro sull'eutanasia cliccate su questo link
http://www.bloggoverno.net/?p=442 - At 23:37, said...
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Purtroppo, come per tutte le questioni che riguardano temi eticamente sensibili, la questione verra affrontata , sempre che la si affronti e non la si lasci morire tra qualche giorno, con inutili connotazioni ideologiche. Lo schieramento politico di centro-sinistra non avrà il coraggio e la forza di imporre una visione laica dell'eutanasia e ci ritroveremo ben presto a dover fare i conti con le posizioni (e le imposizioni) della Chiesa cattolica. La vicenda del recente referendum sulla fecondazione assistiza insegna...
Ciao.